19 de maio de 2017

Entomologi da giardino.. anzi da giardino pubblico!

Vi è mai capitato di vedere uomini adulti armati di retino o insoliti oggetti (denominati aspiratori entomologici) accucciati in mezzo a siepi o a scrutare piante nei parchi cittadini? A me sì, nel senso che questo è ciò che spesso faccio destando la curiosità di chi mi guarda e la domanda cui mille volte ho risposto è: “Cosa sta facendo?" "Io rispondo sempre "Catturo afidi… per lavoro” ma non tutti mi credono. Questo è quello che è capitato un po' a tutti coloro che decidono di guardare con attenzione quali insetti sono presenti nel proprio giardino o quartiere.

Due bellissimi aneddoti li raccontano l'entomologo Fredrik Sjöberg nel suo libro “L’arte di collezionare mosche” e il neurobiologo animale Randolf Menzel nella sua biografia intitolata "L'intelligenza delle api".

Come ben descrive Sjoberg:

"Conosciamo tutti l’immagine stereotipata dell’entomologo: un povero pazzo che corre a perdifiato per campi e prati inseguendo farfalle che fuggono. Anche a prescindere dal fatto che l’immagine non corrisponde del tutto al vero in generale, posso comunque assicurare che non corrisponde per niente al vero per quanto riguarda i collezionisti di sirfidi. Noi siamo gente tranquilla e un modo di muoverci sul terreno piuttosto aristocratico. Non che correre sia incompatibile con la nostra dignità, ma sarebbe inutile visto che le mosche sono troppo veloci. Perciò ce ne stiamo fermi e (…) chi ci passa accanto può facilmente avere l’impressione che il cacciatore di mosche sia una specie di convalescente, al momento immerso in qualche forma di meditazione”.

Similmente curiosa è la descrizione che Menzel riporta relativamente ai suoi esperimenti per studiare la memoria delle api:

Quando le Corydalis cominciavano a fiorire per prime nel bosco ancora senza foglie, mi armavo di taccuino e mi avviavo nel bosco. Mi moglie approfittava delle prime giornate calde, metteva nostra figlia ancora piccola nel passeggino e mi accompagnava. Mentre io inseguivo le api per protocollare le loro visite ai fiori, lei andava a passeggio e poi sedeva su una panchina lì vicino. Ai passanti si presentava una scena palesemente grottesca: vedevano un uomo che si chinava verso terra e osservava rapito i fiori per poi scattare in piedi e mettersi a correre come se fosse impazzito, quindi si fermava ancora un po' e di nuovo si metteva a correre. Un signore a passeggio si è avvicinato a mia moglie molto preoccupato: "Stia attenta signora, c'è un pazzo nel bosco che continua a saltare in mezzo ai fiori". E mia moglie gli ha risposto: "Non si preoccupi. E' mio marito. Forse un po' matto lo è, ma non è pericoloso"
.

In realtà, riconoscere un insetto e sapere perché vola proprio in quel luogo e in quel momento non è un hobby per matti, ma ci fornisce molte informazioni che non sono limitate alla sua presenza/assenza. Ci aiuta a leggere l’ecosistema che abbiamo di fronte e a valutarne lo stato di salute, a capire la sostenibilità delle nostre attività e l’importanza delle specie viventi in quel complesso sistema di interazioni alla base dei servizi degli ecosistemi di cui noi abbiamo un assoluto bisogno.

Guardarsi attorno è un primo modo per imparare a "leggere" il mondo che ci circonda così da imparare, passo dopo passo, a rispettarlo ogni giorno un po' di più.

Posted on 19 de maio de 2017, 10:10 AM by mauro_mandrioli mauro_mandrioli | 2 observações | 0 comentários | Deixar um comentário

La gestione delle aree verdi in città: una review sulla biodiversità urbana

Le città in un certo senso sono l’ultimo ecosistema apparso nella storia dell’evoluzione e si trasformano continuamente e molto rapidamente, così che di fatto gli scienziati hanno a disposizione un enorme “esperimento naturale a cielo aperto”. Vale a dire si può studiare come gli animali si adattano (o soccombono) all'ambiente ed a fattori di pressione quali l’inquinamento atmosferico, il rumore causato dalle strade o dalle fabbriche, alla stessa presenza delle persone e degli animali domestici. Da questi dati possiamo poi cercare di capire come le città possono divenire anche inattesi luoghi per conservare la biodiversità, che risulta spesso minacciata nelle area ad uso agricolo.

Il tema della biodiversità urbana è quindi di grande attualità come si evince anche da una review di recente pubblicazione sulla rivista Frontiers in Ecology and in the Environment e intitolata "Biodiversity in the city: key challenges for urban green space management".

Come Mila Aronson e colleghi riportano nel loro abstract:

< Cities play important roles in the conservation of global biodiversity, particularly through the planning and management of urban green spaces (UGS). However, UGS management is subject to a complex assortment of interacting social, cultural, and economic factors, including governance, economics, social networks, multiple stakeholders, individual preferences, and social constraints. To help deliver more effective conservation outcomes in cities, we identify major challenges to managing biodiversity in UGS and important topics warranting further investigation. Biodiversity within UGS must be managed at multiple scales while accounting for various socioeconomic and cultural influences. Although the environmental consequences of management activities to enhance urban biodiversity are now beginning to be addressed, additional research and practical management strategies must be developed to balance human needs and perceptions while maintaining ecological processes
.

Riferimento bibliografico:
Aronson MFJ et al. (2017) Biodiversity in the city: key challenges for urban green space management. Front Ecol Environ 15(4): 189–196, doi:10.1002/fee.1480

Posted on 19 de maio de 2017, 09:46 AM by mauro_mandrioli mauro_mandrioli | 0 comentários | Deixar um comentário

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